Il potere del gioco

 

Torniamo  a parlare del gioco nelle sue infinite potenzialità perché rappresenta una preziosa opportunità per il bambino di imparare e di essere felice.

 

Quando giocano tra loro, lontano dagli adulti, i bambini imparano a prendere decisioni, a gestire emozioni ed impulsi, ad assumere punti di vista diversi, a trovare compromessi e a fare amicizia. In poche parole, è giocando che i bambini imparano ad assumere il controllo della propria vita.

 

Spesso l’adulto tende a dare una direzione e a persuadere i piccoli che le regole del gioco sono stabilite da un’autorità esterna e quindi non si possono discutere. Tuttavia giocando tra di loro i bambini  comprendono gradualmente che le regole sono pure e semplici convenzioni, fissate per rendere il gioco più divertente e più giusto, e possono essere cambiate al mutare delle condizioni. Per vivere in una democrazia, poche lezioni sono più preziose di queste. Il gioco informale, ad esempio, è molto importante perché aiuta a capire che non ci sono né vinti né vincitori; tutti si ritrovano nella stessa barca. Andare d’accordo con gli altri compagni di gioco è molto più importante che sconfiggerli. Giocando si sperimenta uno stato mentale giocoso che permette ai bambini di risolvere persino i problemi logici. L’avreste mai detto?

 

Naturalmente il gioco è anzitutto un’espressione della libertà di esprimersi per il bambino, quando un bambino si sente costretto, lo spirito ludico svanisce, insieme a tutti i suoi vantaggi. Dunque osservare i bambini durante i loro giochi, senza interferire è molto importante e favorisce l’emergere della loro creatività. Quando i bambini credono che la loro prestazione sia osservata e valutata, chi è già bravo lo diventa ancora di più e chi non è tanto bravo lo diventa ancora meno. Dunque la valutazione da parte di un adulto facilita la prestazione di chi è già bravo e inibisce chi sta imparando. Le ricerche e l’esperienza come esperti nell’infanzia ci dicono che questo principio vale anche nella scuola dell’infanzia, ed in seguito, nell’arco del ciclo scolare più ampio. Allora possiamo dire che la valutazione ha questo effetto “non buono” e produce nella mente dei piccoli uno stato mentale non giocoso.

 

Se aiutiamo i piccoli a raggiungere questo sentire giocoso essi potranno trovarsi in quella condizione ideale per apprendere nuove abilità, risolvere nuovi problemi ed impegnarsi in attività creative di ogni tipo. 

Questa è la strada principale per sviluppare quelle preziose competenze che sono alla base della futura didattica del ciclo della scuola primaria e che tanto impegneranno ogni piccolo studente in erba: imparare ad imparare.

 

Riprenderemo certamente questo affascinante ed importantissimo argomento del gioco e di tutto quello che questo favorisce nella vita, fin da quando siamo piccolissimi.

Buona estate e buon gioco a tutti, grandi e piccini.

 
Dott.ssa Sabrina Di Fulvio
 

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