Non sta mai fermo

Un motivo frequente di consultazione riguarda bambini piccoli che giungono all’osservazione con un quesito dei genitori circa il continuo movimento del loro bambino, l’incapacità di soffermarsi su un gioco, la frenetica tendenza passare da un’attività ad un'altra, l’incapacità di attendere e di tollerare qualsiasi frustrazione e la frequente tendenza a mettersi nei pericoli.

 

La domanda che sovente esprimono questi genitori riguarda la paura che il bambino sia o possa diventare iperattivo. Questo termine che risulta infatti ben noto alla maggior parte dei genitori è spesso molto abusato e direi fuorviante rimandando ad un quadro patologico definito all’interno del quale spesso confluiscono, erroneamente, sia quadri psicopatologici differenti, sia situazioni non patologiche non adeguatamente o sufficientemente indagate.

 

I piccoli hanno in genere una natura vivace. In molti bambini l’esuberanza diventa impetuosità: si spostano correndo, parlano urlando, non giocano mai seduti tranquilli, vogliono sempre imporre la loro volontà ed esplodono in ire furiose se il mondo gli si oppone.

Qual è il confine tra vivacità e iperattività? Come leggere un compartamento ipercinetico?

 

Le manifestazioni che caratterizzano un comportamento ipercinetico mettono in difficoltà e in allarme la famiglia, ma il loro significato è da rapportarsi alla fase evolutiva del bambino. Di fronte alla loro comparsa è importante considerare non solo le linee evolutive del bambino ma anche l’ambiente e il clima affettivo-relazionale in cui cresce ed osservare se sono parte di un momento maturativo delimitato nel tempo o diventano stabili. 

 

Nel secondo anno di vita il bambino presenta una instabilità psicomotoria fisiologica a causa dell’esplodere delle proprie potenzialità, in un continuo anelito di autonomia e di conquista che viene contenuto dai limiti posti dalle figure genitoriali nel loro ruolo di mantenere la funzione di guida e di protezione del figlio.

 

Crescendo ed affinando le sue competenze motorie il bambino attraverso il suo corpo in movimento conosce ed esplora con piacere la realtà.

 

Un bambino di tre anni ha una capacità attentiva piuttosto labile ed in tale momento della vita la sua motricità è esplosiva alla ricerca di nuove esperienze. Il livello dell’attività motoria dipende poi anche da altre variabili, quali il temperamento e la situazione ambientale. 

 

Un comportamento ipercinetico non rispecchia quindi immediatamente un disturbo specifico. 

 

Ritengo però sia fondamentale chiedersi cosa sta dicendo quel particolare bambino attraverso la sua attività motoria frenetica, attraverso le situazioni in cui si mette in pericolo, attraverso l’incapacità di sviluppare dei tempi di attesa adeguati all’età...Qual è il bisogno reale sotteso, forse non riconosciuto o difficilmente riconoscibile? Cosa sta vivendo, in quali compiti evolutivi è impegnato? Si stanno verificando dei cambiamenti particolarmente significativi nell’ambito familiare o scolastico? 

 

Spesso sono manifestazioni che sottendono un forte bisogno di contenimento, il bisogno di trovare dei limiti chiari e ben definiti. A volte può essere che il continuo movimento del bambino sia come una ricerca di protezione da vissuti troppo intensi e disturbanti che vengono proiettati all’esterno. Altre volte sembra che questi bambini fatichino a trovare il loro posto, la loro collocazione all’interno della famiglia e poi anche in altri ambiti di vita. 

 

Riuscire a comprendere il vissuto del bambino, traducendo ciò che il bambino esprime attraverso una condotta ipercinetica è estremamente importante per interrompere una situazione che rischia di intrappolare genitori e bambino in una sorta di circolo vizioso in cui non si vede più una via d'uscita.

 

Molti bambini vivaci possono attraversare delle fasi di iperattività motoria, impulsività e facile distraibilità senza che ciò crei interferenza con le loro capacità di adattamento e possa essere quindi definito un disturbo. Un bambino molto vivace è anche espressione di allegria e creatività, anche se certamente può risultare molto impegnativo per gli adulti che si occupano di lui. Un bambino che invece presenta i suddetti sintomi in forma cronica persistente e con frequenza e intensità maggiori di quanto si osserva tipicamente in  soggetti ad un livello di sviluppo paragonabile  è un bambino che vive  una situazione di sofferenza  e compromissione funzionale in molti contesti di vita .

 

L'ipercinesia diventa allora un disturbo quando interferisce troppo con la crescita del bambino e la possibilità di sviluppare ed integrare adeguatamente le diverse parti di sè.

 

Dott.ssa Silvia Bertelli (Neuropsichiatra Infantile, Padova)

 
 

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