Apprendere dall'osservazione

Nel corso degli anni scolastici 2011/2012/2013 è stato avviato e realizzato il Progetto Spazio 05”, un progetto di formazione e di prevenzione, ideato e coordinato dalla Dr.ssa Marinella Galante, socia dell’Associazione Zerocinque, in cui sono stati coinvolti i bambini, i loro genitori e le educatrici di un piccolo gruppo di Asili Nido e Scuole Materne della zona di Gallarate, in provincia di Varese.

Questo è l’elenco delle strutture che hanno partecipato al progetto, con le quali è stato avviato un vero e proprio laboratorio sperimentale, per accogliere e approfondire tematiche relative al mondo del neonato e del bambino piccolo:

“Scuola dell’Infanzia Porraneo” (Cardano al Campo)

Asilo Nido “Evviva i bimbi” (Gallarate)

Asilo Nido “L’aquilone” (Gallarate) 

Asilo Nido “Il Girotondo” (Gallarate)

Asilo Nido “Qui, Quo, Qua” (Samarate)

Obiettivo del progetto è stato quello di costruire un percorso di formazione per le educatrici che le aiutasse, attraverso l’osservazione, a riflettere sul proprio lavoro, che consiste nell’accompagnare bambini e genitori in un periodo così importante del percorso di crescita.    

Il lavoro si è focalizzato sulla sperimentazione e sull’ apprendimento del metodo dell’ ”Infant Observation”  esteso al contesto dell’asilo nido e della scuola materna, una tecnica di osservazione della relazione genitore-bambino introdotta per la prima volta dalla psicoanalista Esther Bick.

Le educatrici in questi anni, hanno effettuato osservazioni settimanali di alcuni bambini in diversi momenti della giornata, e successivamente abbiamo lavorato insieme analizzando e discutendo  i protocolli delle osservazioni, all’interno di momenti di supervisione di gruppo a cadenza mensile.

Parallelamente è stato organizzato un gruppo di lavoro e di confronto chiamato “Percorso genitori”: 5 incontri a cadenza mensile con la partecipazione attiva di un gruppo di genitori della Scuola Porraneo, alle prese con il desiderio di conoscere meglio il proprio bambino e sé stessi, accompagnati dalla Dr. ssa Galante. 

L’esperienza di condividere pensieri ed emozioni con altri genitori si è trasformata in un’occasione di confronto, rispecchiamento e sostegno reciproco per i partecipanti. 

Ma vorrei lasciare spazio alle parole e alle riflessioni di alcune educatici che sono state  protagoniste del progetto, perché mi sembra riescano ad esprimere e a comunicare  il senso di quello che è stato fatto.

Chiara: “In questi due anni è nata in me una consapevolezza nuova… Spesso nel ruolo di educatrice, è facile modificare i giudizi in funzione delle aspettative, dei desideri e dei pregiudizi ma il confronto in un gruppo più allargato con altre educatrici mi ha aiutata a trovare nuovi spunti, visioni differenti, e tante risorse per poi “trasformare” le osservazioni in interventi educativi. Ma queste osservazioni, riportate e analizzate nel gruppo, hanno aiutato anche e soprattutto me a trovare nuove strategie e a riflettere su fatto che le ore dedicate all’osservazione, sono molto importanti nella pratica educativa”.

Elisabetta: “Ho assunto un’abitudine più spontanea e immediata ad osservare ciò che mi circonda e ad andare oltre le apparenze e le facili interpretazioni…il confronto di gruppo penso abbia poi creato una maggiore intesa fra noi educatrici, aiutandoci a trovare un linguaggio comune e ad assumere un'abitudine allo scambio di idee, emozioni, informazioni, da mantenere nel tempo”.

Alessia:“…Credevo di scrivere semplicemente la cronaca di un evento; particolari minuziosi apparentemente banali che hanno smesso di essere tali quando più sguardi mi hanno aiutata a dar loro un significato più completo del mio! "

 

Se dovessi sintetizzare quello che abbiamo cercato di fare in questi due anni con il gruppo delle educatrici e dei genitori che hanno partecipato al progetto, potrei dire che abbiamo cercato di aprire uno spazio per pensare, cercando un senso ai comportamenti, alle espressioni, agli atteggiamenti dei bambini osservati. 

Abbiamo guardato ai loro comportamenti non solo come azioni fisiche, ma come espressioni della persona, ci siamo identificati con loro, siamo stati la loro mente, e quello che abbiamo capito, l’abbiamo poi usato per cercare di andare incontro ai loro bisogni e alle loro necessità.  

 

Dott.ssa Marinella Galante

 
 

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