Le prime esperienze nutritive non si scordano mai
L'interesse verso l'esperienza alimentare dei bambini piccoli, con i loro diversi comportamenti sia in fase di allattamento che nello svezzamento, ci ha spinte a dialogare con la Dott.ssa Cristina Fiore, biologa-nutrizionista.
Siamo partite dalle origini, da ciò che avviene nella pancia della mamma, perchè è proprio da lì che i bambini iniziano a sperimentare e strutturare le loro preferenze alimentari!
I benefici di una dieta corretta in gravidanza non si esauriscono con il termine della gestazione e non riguardano solo la mamma, ma coinvolgono sia il feto nella vita intrauterina che il bambino nelle successive esperienze nutritive dopo la nascita.
E’ importante sapere che solo alcune delle nostre preferenze di gusto sono biologicamente predefinite, mentre molte sono legate alle diverse esperienze effettuate.
Le prime esperienze avvengono proprio in utero.
Tutti gli organi di senso si formano nel periodo embrionale (dalla prima all’ottava settimana di gestazione) e all’inizio del periodo fetale, per poi svilupparsi e maturare in diversi momenti, in stretta connessione con quelli del sistema nervoso centrale.
Il gusto, in particolare, si forma in una fase molto precoce, tant’è vero che le prime papille gustative appaiono a circa otto settimane di gestazione.
Se si considera che il feto deglutisce ogni giorno una certa quantità di liquido amniotico, che varia a seconda dello stadio di sviluppo, e che il “gusto” del liquido amniotico risente della dieta materna, si comprenderà bene come il feto sperimenti una incredibile gamma di sapori, facendo esperienza degli alimenti ancor prima di entrare in diretto contatto con essi.
Inoltre, sempre nel primo trimestre di gestazione si sviluppa la struttura nasale, la quale consente al feto di sperimentare le sostanze alimentari oltre che col gusto, e cioè attraverso la deglutizione, anche con l’olfatto, e cioè attraverso l’inalazione.
Poi, a partire dal settimo mese di gestazione, la stimolazione dei recettori del gusto comincia a determinare modificazioni nell’espressione facciale del feto, in particolare per i sapori amari, e, dal mese successivo, si può persino constatare come il feto reagisca al sapore – dolce o amaro – modificando la deglutizione, ossia aumentandone o diminuendone la frequenza.
Su queste basi, studi scientifici hanno così potuto evidenziare il forte condizionamento che le prime associazioni gusto/odore in utero esercitano sul comportamento di preferenza o di non preferenza alimentare del periodo post-natale.
E in effetti, se il neonato mostra assai precocemente le sue capacità gustative e di discriminazione gustativa, con variazione della capacità di suzione, ciò si direbbe evidenziare un repertorio alimentare individuale che risale proprio e solo alle sue esperienze intrauterine.
Per tutte queste ragioni, un’ alimentazione sana e bilanciata della mamma in gravidanza rappresenta un “buon nutrimento” per il proprio bambino in utero e una “buona esperienza nutritiva” che il bambino porterà con sé nelle successive fasi di allattamento e svezzamento.
Dott.ssa Cristina Fiore
Biologa nutrizionista
Specialista in Scienza dell’Alimentazione