Che cos'è un bambino?

Recensione “Che cos’è un bambino?” (Beatrice Alemagna – Topipittori Editore)

 

“Un bambino è una persona piccola. E’ piccolo solo per un po’, poi diventa grande.”

Così inizia il meraviglioso albo “Che cos’è un bambino?” di Beatrice Alemagna, edito da Topipittori, che può essere considerato un manuale di istruzioni per l’uso, che ogni neonato dovrebbe portare con sé, in una tasca speciale, nel momento in cui viene alla luce, una sorta di vademecum da donare ai suoi genitori insieme ai primi vagiti.

 

Queste semplici parole d’avvio sono ricche di spunti di riflessione: i bambini sono innanzitutto persone, ognuno diverso dall’altro, con tutto il loro corredo di pensieri e di emozioni; i bambini non sono piccoli per sempre, purtroppo o per fortuna, crescono. E gli adulti che condividono con loro le giornate e le notti hanno il compito di accompagnarli ad affrontare in modo sereno i cambiamenti legati alla crescita, perché possano diventare un giorno degli adulti equilibrati e consapevoli.

 

Come farlo ce lo suggerisce l’autrice che, attraverso le parole e le immagini, riesce ad avvicinarsi con delicatezza e profondità al mondo dei bambini ma anche a quello degli adulti: occorre dedicare loro attenzione perché “i bambini vogliono essere ascoltati con gli occhi spalancati” e cure affettuose perché “per addormentarsi hanno bisogno degli occhi gentili”, occorre accogliere i loro strani desideri come “avere le scarpe che brillano, ascoltare la stessa storia tutte le sere”, stimolandone l’autonomia di pensiero perché “un bambino ha piccole mani, piccoli piedi e piccole orecchie, ma non per questo ha idee piccole”. 

 

Un libro da leggere e da sfogliare da soli o insieme ai nostri bambini, per poter sorridere delle loro e delle nostre stranezze, come “farsi il bagno tutti i giorni, cucinare i fagiolini al burro, dormire al buio e senza il cane giallo”, “per capirsi un po’ di più dai mondi lontani di età diverse”.

 

Un libro prezioso da tenere sul comodino per dargli un’occhiata di tanto in tanto, per non perdere il contatto con la nostra parte bambina, ma anche per riflettere sulle nostre debolezze, perché anche i grandi piangono, “ma tanto piano che i bambini non se ne accorgono, o fanno finta di non vedere niente”. 

                                                                                           

Ruth Alvisi, libraia per l’infanzia de Il Dondolibro

 
Copia di WP_20170321_16_38_56_Pro.jpg
 

Questo sito utilizza cookies, continuando a navigare acconsenti al loro impiego. Maggiori informazioni sono disponibili al link Privacy.

Accetto