“Io disegno la mia ombra”

Il compagno immaginario nel disegno dei bambini tra i quattro ed i sei anni.
Proseguiamo il nostro viaggio nel mondo dei disegni e della fantasia per scoprire altre cose interessanti sul disegno. Questa volta osserviamo due fenomemi simpatici che spesso sorprendono l’adulto: l’Ombra disegnata sul foglio ed il Compagno Immaginario. Ma chi sono e cosa rappresentano?


Mentre per alcuni l’invenzione di un compagno immaginario si trasforma in un’esperienza determinante per manifestare la propria fantasia, per altri rimane solo un episodio sporadico che li aiuta ad aprirsi più spontaneamente e combattere la propria timidezza.

L’invenzione di un doppio alleato è un vero e proprio atto creativo per il bambino.


Nell’arco di tutta la prima infanzia l’ombra amica disegnata sul foglio ed il compagno immaginario possono assumere una funzione molto rassicurante. Si tratta di veri e propri consiglieri ai quali il bambino ricorre spesso nel corso del suo processo maturativo.


In un particolare periodo dello sviluppo socio cognitivo l’ombra può rappresentare un “Doppio del Sé” e il proprio compagno immaginario può intervenire per redarguire il bambino che l’ha creato.


I compagni magici nel disegno, e dunque anche nella fantasia del piccolo pensatore, possono compiere azioni magiche, dimostrare di avere capacità eccezionali (volare, passare attraverso i muri).


Gli stessi bambini ci aiutano a capire che quando parlano del proprio Compagno Immaginario lo fanno con riconoscenza ed in alcune occasioni affermano con convinzione: “Mi ha insegnato tante cose”, “Quando papà mi sgrida, ne discuto con lui.” A questo punto possiamo dire che queste creazioni immaginarie non sono soltanto un rifugio sicuro che aiuta i bambini a “socializzare” con i compagni ma rappresentano un buon investimento che li sostiene nel compito, non sempre facile, di ragionare costruttivamente con gli altri.


Vi proponiamo il disegno di Manolo, un bambino di 5 anni e nove mesi (vedi disegno in fondo).


Si può osservare come ci sia un perfetto accordo cameratesco fra il bambino e la sua ombra, che ha solo il contorno nero, ma occhi, naso, bocca, e riproduce specularmente le movenze di colui che la provoca. Chi dei due guida veramente il timone della barca, il bambino o la sua ombra?


L’interpretazione migliore sembra essere quella che entrambi svolgano un lavoro utile e complementare, e che si muovano in perfetta intesa, collaborando, proprio come un equipaggio.


Il disegno di Manolo assume quindi una connotazione simbolica ed usando l’immagine dell’ombra come Doppio di Sé ci diciamo: “E’ chiaro che navigare in due, collaborando e aiutandosi reciprocamente, può essere molto vantaggioso, soprattutto per un bambino giova e inesperto”.


Ora è giunto il momento di salutarci anche se ci sono tante altre cose che vorremmo condividere con voi. Lo faremo tra qualche mese per continuare a sbirciare nel mondo dei disegni dei nostri piccoli. A presto!


Dott.ssa Sabrina Di Fulvio

 

(Disegno tratto da "Il bambino e i suoi doppi. L'ombra e il compagno immaginario nello sviluppo del Sè", Tilde Giani Gallino, ed. Bollati Boringhieri)

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