Inizio a fare da solo cacca e pipi

 

Il passaggio dall'utilizzo del pannolino alle mutandine costituisce una tappa importante e molto delicata nello sviluppo dell'autonomia del bambino. L'acquisizione del controllo sfinterico urinario e anale viene raggiunta in seguito alla maturazione neurofisiologica della muscolatura sfinterica caratterizzata dal passaggio da un comportamento riflesso automatico ad un comportamento volontario e controllato. I tempi per la completa acquisizione di questa abilità variano da bimbo a bimbo e dipendono non solo dallo sviluppo fisiologico, ma anche da molteplici fattori di tipo psicologico-relazionale. L'educazione al vasino richiede parecchio tempo e pazienza, i genitori devono incoraggiare il loro bambino a provare senza che si senta forzato, lodandolo nei vari passaggi intermedi (avvicinarsi al vasino, sedersi sopra, provare a fare pipi, ecc...).

 

A due anni circa (dai 18 ai 30 mesi) il piccolo sviluppa competenze che gli permettono di esplorare il mondo con una certa indipendenza e di mostrare la propria individualità: impara a camminare e sviluppa il linguaggio in forme sempre più complesse ed esprime già il suo rifiuto con il “no”. Spinto da un desiderio di crescita e di autonomia il bambino spesso mostra segni di interesse e di disponibilità all'utilizzo del vasino oppure si diverte a togliere il pannolino,talvolta stimolato dal piacere nell’imitare i fratelli o le sorelle più grandi. Riconoscere e seguire questo nuovo desiderio e la spinta all'autonomia del proprio figlio può essere utile per comprendere il momento migliore in cui iniziare a proporre il vasino rimanendo in sintonia con la fase di crescita del proprio bimbo. Le competenze acquisite gli permettono di avvicinarsi e sedersi sul vasino da solo ed esprimere con semplici parole i propri bisogni.

 

La maggioranza dei bambini impara dapprima a controllare la cacca, poi la pipì di giorno e successivamente, anche a distanza di tempo, la pipì di notte.

 

Gradualmente il bambino comprende che può trattenere e rilasciare i propri muscoli sfinterici contribuendo così a manifestare il proprio controllo sulla produzione di feci ed urina, che divengono funzionali alla gratificazione ed all’affermazione del proprio potere. Nello stesso periodo si intensifica la pressione educativa e l’imposizione di regole che limitano la spinta verso l’indipendenza del piccolo creando conflitti con la propria famiglia, in questo modo la cacca e la pipi possono rappresentare tanto un “dono” che il bambino regala ai propri genitori, quanto uno strumento di contrattazione o di ricatto nei confronti degli stessi.

 

Infatti, il bambino attribuisce ai “prodotti” del corpo molteplici significati: li può idealizzare ma anche avvertire come molto cattivi e spaventosi. Fin dalla nascita urinare e defecare sono funzionali al piccolo per liberare il proprio corpo e la propria psiche dagli stimoli dolorosi che si accumulano. Ad esempio la sensazione spiacevole del mal di pancia può essere eliminata con delle arie o delle feci, la sensazione di piacevolezza che ne deriva contribuisce al sentimento di onnipotenza del bambino che è una delle più importanti difese contro la sensazione della propria vulnerabilità nei riguardi del mondo che lo circonda. Ogni volta che la realtà costringe il bambino a comprendere che non può controllare il mondo e che dipende dall’adulto che se ne prende cura, il sentimento di onnipotenza e la propria autostima subiscono un grave colpo. Nell’acquisizione di questa tappa evolutiva gli equilibri tra dipendenza e onnipotenza sono delicati. 

 

Alcuni bambini credono che la cacca e la pipi siano parte del loro corpo: vedere le proprie feci eliminate tirando l'acqua può impaurirli ed essere difficile da comprendere. Altri temono di essere risucchiati nello scarico. Sarà utile per il genitore mantenere un atteggiamento rassicurante, sereno e in sintonia con il bambino, affinché il piccolo non senta che il rapporto con il genitore èminacciato e compromesso dal suo maggiore desiderio di libertà e autonomia. In altre parole, il bambino dovrà sentire che può raggiungere questo controllo da solo, con la collaborazione e il sostegno del genitore.

 

Comprendendo la fatica dei genitori in questa fase evolutiva del bambino, in cui si aggiunge concretamente anche l'aumento dei panni sporchi da lavare, si sottolinea l'importanza di seguire questo processo senza anticipare i tempi e senza affrettarli.

 

Se il vostro bambino frequenta un asilo nido vi potrete confrontare con l'educatrice nel cogliere i segnali e nell’individuare i passaggi per proseguire insieme questo percorso. Molti genitori, invece, attendono l’inizio della scuola dell’infanzia come occasione per iniziare l’acquisizione del controllo sfinterico. Dall’esperienza di lavoro con le insegnanti delle scuole dell’infanzia emerge che la capacità di tenersi pulito non è un obiettivo della loro attività didattica ma un requisito di partenza e succede frequentemente che il bambino debba imparare a lasciare il rassicurante pannolino e contemporaneamente tollerare la separazione dai genitori. In questo caso il bambino viene emotivamente sovracaricato da tante richieste, deve calibrare come trattenere e lasciar andare mamma e papà, ma anche la cacca e la pipì. Possono così crearsi delle difficoltà nella capacità di regolazione degli sfinteri allungandone i tempi di acquisizione fino a bloccare il processo con il trattenere.

 

Quando il vostro piccolo si rifiuta perentoriamente di utilizzare il vasino o trattiene le feci per giorni creando una situazione di stipsi sarebbe utile sospendere l’educazione al vasino per allentare la tensione. Il supporto di uno psicologo dell’età evolutiva potrebbe anche essere d’aiuto per valutare la situazione e comprendere insieme cosa sta comunicando il vostro bambino.

 

Dott.ssa Alessandra Malaman

 

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